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Leroy Merlin: "Storia di una cassiera ferita"

La lettera di Elisa, una ex cassiera Leroy Merlin

Roma -

Abbiamo trovato in rete, precisamente su "Ciao", community online costituita da diversi milioni di iscritti che, con spirito critico, scrivono opinioni e valutano milioni di prodotti e servizi a beneficio di altri consumatori, la storia di una ex cassiera che si definisce "ferita" dalla multinazionale francese operante nella grande distribuzione, la lettera del 27 giugno 2006 ci ha ricordato, nei toni, quella delle lavoratrici USB della Coop indirizzata alla Littizzetto.

 

USB ha accompagnato e sostenuto le lavoratrici della Coop ben sapendo che i problemi sollevati dalla lettera sono quelli percepiti dai lavoratori della GDO nel suo complesso. In queste nuove "FABBRICHE METROPOLITANE" abbiamo toccato  con mano le condizioni di sfruttamento e di iperprecarietà, di disagio psicologico e di alienazione dei lavoratori di un settore disgregato e di difficile intervento sindacale, l'introduzione del modello Marchionne è iniziata ormai da anni con il ricorso massiccio ai contratti part-time, alle esternalizzazioni, al precariato diffuso, al lavoro sommerso, e sempre più spesso la proliferazione di queste squalificanti ed anomale tipologie contrattuali non consente alle lavoratrici ed ai lavoratori di guadagnare uno stipendio che consenta una vita dignitosa, inoltre molti contratti di secondo livello sono stati disdettati unilateralmente ed i sindacati confederali hanno sempre avallato le politiche padronali messe in atto dalle aziende.

 

L’organizzazione del lavoro rispecchia quella delle istituzioni totali, passa cioè per l'organizzazione formale e centralmente amministrata del luogo e delle sue dinamiche interne ed il controllo operato dall'alto sui soggetti-membri. La repressione del dissenso sindacale nei centri commerciali del terzo millennio ricalca quella del secolo scorso nelle fabbriche, ha la stessa natura violenta ma dispone di tecnologie di controllo evolute.

 

USB Lavoro privato sosterrà le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio, delle migliaia di Elisa che lamentano le stesse condizioni di lavoro sotto diverse insegne della grande distribuzione, cercando di costruire il sindacato che serve ai lavoratori del settore.

 

Di seguito riportiamo la lettera di Elisa in versione integrale:

 

"Sarà il dente avvelenato, sarà che sono stata trattata male, ma darò a questa grande catena di negozi la valutazione più bassa della storia.

Vi racconto la mia vicenda: per pagarmi gli studi ho sempre lavorato di sabato e di domenica da un ristorante all'altro, ma era veramente dura svegliarsi il lunedì mattina dopo aver lavorato fino alle due di notte, lavorare quando tutti erano in vacanze, farsi un mazzo tanto senza il minimo riconoscimento. Nel novembre del 2005, mio padre mi ha portato a casa un curriculum preimpostato per far parte della "grande famiglia" leroy merlin.
"Fanno il part-time, ti pagano bene, hai i permessi retribuiti per gli esami. E soprattutto sei in regola". E va bene, proviamoci, mi sono detta. Ho messo dentro tutte le mie referenze, le mie passate esperienze, la mia conoscenza ottima dell'inglese. A quanto pare la cosa deve aver fatto effetto.
Non so se voi conosciate il modo in cui procedono all'assunzione nelle catene a vasta distribuzione. Devi fare tre colloqui (in ognuno dei quali parli con 3 responsabili diversi) dove parli di te, della tua vita, dei tuoi obiettivi (e a voi che ca..o vi frega?, questa è sempre stata una mia idea) e se passi anche la visita medica sei praticamente assunta. E' una sorta di percorso ad ostacoli dove devi cercare di aggirare tutte le insidie, dimostrare che non soffri del minimo acciacco, che sei forte psicologicamente e mentalmente.

Assunta, si passa all'addestramento di circa due settimane. Mi sono fatta un giro di tutti i reparti, di tutti gli uffici, di tutte le persone, sgradevoli e meno sgradevoli, per conoscere i codici 9,8,7, la differenza inventariale sconosciuta e i vari modi in cui può accadere, i vari modi di taccheggio che le cassiere devono "sgammare". Passato il periodo di addestramento, passano al "lavaggio del cervello" all'Arancia Meccanica: ti mettono le videocassette superdatate con commesse francesi con le famose spalline degli anni '90, doppiate tra l'altro malissimo per dimostrarti che tutte le altre aziende sono il NEMICO. tu devi vivere in funzione di BATTERE IL NEMICO, con le gare di produttività, il BAROMETRO DEL CLIENTE, il cartellone degli obiettivi da raggiungere.

Bene, fatto questo sono pronta per fare l'hostess cassa: camicia e giacca verde (2 camicie ed una giacca, pensate i lavaggi veloci per averle sempre pronte), pantaloni neri e FOULARD,che non vedevo in giro dai tempi d'oro di Grace Kelly. Conosco le mie "simpatiche" colleghe, mi insegnano a fare i versamenti bancari, gli ordini, i buoni acquisto, incassare degli assegni.
I primi giorni è lecito sbagliare un po' i conti, ma poi la cosa può diventare pesante dopo le prime DUE SETTIMANE. La lista dei miei errori viene resa pubblica a tutto il personale, non devo far altro che rispondere con abnegazione, a tappetino. I colloqui con i miei superiori continuano, mi chiedono se sto bene, se mi trovo bene. IN CONTINUAZIONE.
come posso dire loro che mi sento a disagio, che non riesco a parlare con le colleghe?Ho solo 19 anni, sono la più piccola, non è permesso parlare tra di noi, e come mi spieghi che Leroy Merlin favorisce le relazioni? No, è solo ipocrisia, scambiare quattro piatte chiacchiere per sentirsi meno isolati. Ma io, dentro, mi sento isolata. La gente non fa altro che rimarcarmi gli errori e non premiare i miei progressi. Le colleghe che mi sorridono lo fanno per convenzione, e non c'è modo di stringere amicizia. Dalle 15.30 alle 21, con relativi straordinari, comincia il mio momento buio, cresce l'ansia, comincio a prendere la valeriana. Perchè con il loro buonismo finto e con tanta ipocrisia si crea una pressione psicologica migliore di qualsiasi violenza fisica.
22 Aprile 2006: il mio futuro è già stato deciso. Si è scisso il mio contratto a tempo indeterminato, sono stata deludente, o detto più elegantemente, "non ero inerente alla logica leroy merlin".
Mi hanno gettato come un Kleenex.
come puoi pretendere che una persona apprenda tutto perfettamente in un mese? come puoi pretendere che riesca a stare bene se non ha delle conferme, ma solo critiche?
Si, forse non ero per quel lavoro...Ma ci ho messo l'anima, anche quando finivo la moneta per dare i resti e c'era una coda infinita, quando al prodotto mancava l'etichetta e c'era ancora una coda infinita, quando il cliente comincia stupidamente ad offenderti e c'è ancora una coda infinita.
Non potrò mai capire la logica di mercato, il mostrarsi puliti quando c'è il marcio dentro. Il rendere una persona un numero, non più elisa, ma HC 26. Non c'è niente di vero, dentro. E le persone vere come me, le schiacciano."