CCNL DEL COMMERCIO: NON C'E' MAI FINE AL PEGGIO

Roma -

I sindacati di categoria “si” approvano la piattaforma per il rinnovo del CCNL del Commercio, le categorie del terziario hanno anticipato la liberticida intesa confederale con Confindustria, completando il lavoro sulla piattaforma unitaria con un accordo sulle regole per la gestione del negoziato. Un accordo che sarà propedeutico a quello generale che sulla rappresentanza andrà sottoscritto con Confcommercio. Siamo di fronte ai sicari della democrazia e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro paese.

 

La piattaforma è “Unica e unitaria”, Cgil, Cisl e Uil ritrovano l’unità per la loro stessa sopravvivenza sulla pelle degli oltre due milioni di lavoratori del settore, ai quali negli anni hanno eroso diritti e salario in piena complicità con Confcommercio, firmando contratti ed accordi a perdere e che hanno reso obbligatorio il lavoro domenicale e tolto finanche il diritto al pagamento della malattia.

 

Ovviamente i contenuti della piattaforma sono ancora sconosciuti ma l’ultimo rinnovo in ordine di tempo non lascia sperare nulla di buono. Ma una cosa appare subito chiara, le lavoratrici e i lavoratori non avranno alcun ruolo nella definizione della piattaforma contrattuale: sarà discussa esclusivamente quella presentata dai sindacati che, tra i firmatari dell’accordo sulla rappresentanza, abbiano una maggioranza del 50%+1; stessa cosa per rendere valido e definitivo un contratto, senza alcun obbligo di referendum, si parla solo di consultazione certificata che non si capisce bene cosa sia.

 

I padroni ottengono la sicurezza che gli accordi firmati non siano più messi in discussione, CGIL CISL UIL e i loro sindacati di categoria, come la FIOM di Landini che ha elogiato questo accordo (sic! ), hanno ottenuto l’esclusività dei diritti sindacali, della contrattazione e della rappresentanza mentre i lavoratori vengono trattati alla stregua di utili idioti, visto che non possono scegliere liberamente né i propri rappresentanti né decidere sulle piattaforme e poi sui contratti.

 

La libertà di ognuno è violata da questo accordo che consegna la vita di milioni di lavoratori a sindacati disponibili a firmare qualsiasi schifezza richiesta dalle aziende come dimostrano tanti accordi, come quello del San Raffaele, respinto dai lavoratori con il referendum.

 

I lavoratori del commercio sono stanchi di vedersi peggiorare le condizioni di lavoro e di vita da pseudo sindacati che hanno come unico scopo quello della sopravvivenza degli apparati e della gestione della crisi a braccetto con i padroni.

 

USB Commercio sta lavorando alla costruzione di una piattaforma alternativa che sia espressione delle istanze che provengono dai luoghi di lavoro, che pongono al centro della questione salario, precarietà, contrarietà al lavoro domenicale e festivo, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e soprattutto democrazia, quella democrazia scippata da lorsignori che in cambio del peggioramento delle nostre condizioni di lavoro e di salario ottengono benefici e privilegi per i loro patronati, per gli enti bilaterali, con la gestione della previdenza e dell’assistenza sanitaria integrative.