IL SORRISO AMARO DELLE CASSIERE DELLA COOP

Ma la Coop non sei tu? CONTRO/SPOT USB

Roma -

Sorridere da contratto, questa l'incredibile richiesta di Coop Estense ai suoi dipendenti, parte del loro salario sarà determinata dalla capacità o meno di sorridere, alla stregua di utili idioti.

 

Nella nuova proposta contrattuale di Coop Estense, l’obbligo al sorriso è compreso all’interno di una più ampia scheda di valutazione individuale dei dipendenti, in cui sono compresi indicatori quali la pulizia del grembiule, la sobrietà del comportamento, il modo di rapportarsi ai clienti. Solo se questa scheda di valutazione è positiva, cioè se ci si comporta come marionette, si otterrà il salario accessorio.

 

Questo atto di sottomissione richiesto dal padrone è stato reso possibile grazie agli accordi che i sindacati concertativi hanno firmato con le controparti in materia di salario accessorio, che come da noi previsto sono unicamente un'ulteriore strumento di ricatto datoriale che non concorre ad aumentare il reddito dei dipendenti.

 

Non ci stupisce, comunque, che una decisione così insensata, la costrizione a sorridere, venga dalla Coop. USB da anni denuncia le condizioni di lavoro dei dipendenti Coop e al rumoroso silenzio seguito alla LETTERA APERTA del gruppo di delegate ed iscritte USB a Luciana Littizzetto, testimonial della Coop, nella quale venivano rappresentate le condizioni vissute dalle donne che ci lavorano, rispondiamo con un contro/spot.

 

La lettera intendeva far emergere la condizione di disagio vissuta dalle donne del commercio e la determinazione ad uscire dall’invisibilità con la prospettiva di migliorare la condizione femminile all’interno di queste nuove fabbriche metropolitane attraverso l’organizzazione e la lotta. Da quel 26 novembre 2012 USB ha continuato la battaglia a difesa delle lavoratrici Coop e delle tante precarie che all'interno di quel mondo, etico e pieno di valori nelle pubblicità ma arrogante e spietato con i dipendenti, ci vivono.

 

Le tante storie delle precarie di Livorno, di quelle di Viterbo e del basso Lazio, la vertenza della Coop in Campania, possono trovare come emblema la disperazione di Catia Bottoni (LA BELLA ADDORMENTATA ALLA COOP) che dopo 12 anni di precariato e 27 contratti a termine con la Coop è stata accompagnata alla porta nonostante il maturato diritto all'assunzione e si è INCATENATA per 2 volte alla sede nazionale dell'Associazione delle Cooperative.