MEDIAWORLD: RISTRUTTURAZIONE O CRISI AZIENDALE?

Accordo da brivido soldi in cambio di pessimi contratti

A poco meno di un mese da una firma su un accordo indecente e dopo varie riunione con i nostri iscritti e simpatizzanti pubblichiamo un’analisi di un accordo INDECENTE!


Ad un anno dalla procedura di licenziamento collettivo l’azienda proprietaria dei negozi Mediaworld in Italia rilancia ancora e trova il sostegno dei soliti sindacati complici.


Nel mese di Giugno 2016 sono stati siglati due accordi NazionalI prima per la mobilità volontaria e successivamente per la proroga della procedura di solidarietà. Viene inoltre lasciato spazio a accordi territoriali atti alla riduzione del cospicuo numero di esuberi dichiarati dall’azienda in alcune regioni.


Nello specifico nell’accordo Nazionale viene inserito un punto per la riorganizzazione della forza lavoro che lascia libero arbitrio all’azienda usando, come specchietto per le allodole, il mantenimento dei livelli occupazionali.


L’accordo tra Mediamarket e Cgil Cisl e Uil, firmato in data 31 maggio, rende più chiaro questo punto: quote in denaro a chi si trasferisce nelle zone non interessate dalla solidarietà e a chi è disposto a rinunciare al proprio contratto full time diminuendo l’orario e accettando modifiche contrattuali per soddisfare le necessità dell’azienda.


E così ancora una volta chi ci rimette sono le categorie di lavoratori più deboli coloro che non possono permettersi di perdere il lavoro, le lavoratrici madri, i lavoratori con patologie gravi o semi gravi che non riescono più a sostenere i ritmi stressanti all’interno dei negozi e che quindi si trovano costretti ad accettare il ricatto economico.


Inoltre l’azienda, grazie all’accordo firmato, si riserva di modificare le condizioni contrattuali precedentemente firmate inserendo quindi le domeniche obbligatorie.


Stesso trattamento è stato riservato ai lavoratori dei due negozi chiusi. Per essere ricollocati sul territorio, e non perdere il posto di lavoro, vincolo obbligatorio è stato l’inserimento delle domeniche lavorative annullando le clausole contrattuali del precedente contratto.


Ancora una volta le grandi aziende della GDO dichiarano la ristrutturazione aziendale a discapito di tutti quei lavoratori che hanno costruito la loro vita intorno ad un contratto a tempo indeterminato che ormai non gli dà più nessun tipo di sicurezza sul futuro.


E ancora una volta CGIL CISL e UIL si rendono complici del padrone usando i lavoratori come agnello sacrificale al tavolo dei loro interessi personali.


Apprezzabile è stato il gesto di alcune RSA che si sono rifiutate di firmare un accordo che non condividevano e che, invece di trovare l’appoggio dei segretari, si trovano ora con le porte chiuse in faccia.


USB condanna l’atteggiamento dei sindacati Nazionali che insistono nel firmare accordi peggiorativi per i lavoratori e che, sempre più spesso, usano il conflitto come arma per soddisfare le proprie esigenze sminuendone la vera natura.