Rinnovo CCNL Confcommercio, niente da festeggiare! Usb: ancora una volta disattese le aspettative dei lavoratori

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Raggiunto prima di Pasqua l'accordo sul rinnovo del CCNL del Terziario Confcommercio– Distribuzione e Servizi. Le sigle firmatarie CGIL CISL UIL lo annunciano come un successo, per indorare la pillola ai lavoratori e alle lavoratrici e convincerli a confermare il contratto in votazioni pilotate e senza contraddittorio, perché quest'ipotesi di accordo ci dice che nessuna delle aspettative dei lavoratori è stata ascoltata né tanto meno accolta.

I lavoratori aspettavano con trepidazione questo rinnovo, che arriva a oltre 4 anni dalla scadenza: un periodo in cui le retribuzioni sono rimaste al palo, mentre i prezzi salivano a causa dell'inflazione e della guerra in Ucraina, rendendo di fatto tutti più poveri e con meno potere di acquisto.

Ma i lavoratori si aspettavano anche una regolamentazione più stringente all'organizzazione del lavoro, speravano nella limitazione del lavoro domenicale e festivo e nella riduzione della flessibilità. Inoltre, con l'incremento dell'e-commerce e con il sovrapporsi delle mansioni, ci si aspettava una normativa a tutela dell'occupazione e un riconoscimento anche economico degli skills professionali, visto che -in questi 4 anni di lamentata crisi- i profitti delle aziende hanno largamente beneficiato dei canali multichannel di vendita, riducendo i costi del lavoro e non redistribuendo i guadagni con i lavoratori, ma anzi spesso riducendo i posti di lavoro e investendo su logistica e piattaforme online.

E -soprattutto dopo la Pandemia- ci si aspettava una maggiore attenzione al tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, a cominciare dalla necessità di rafforzare la presenza degli RLS (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza).

E allora cosa hanno firmato? e per cosa si dicono tanto fieri?

  • Quale aumento retributivo? Nei comunicati trionfali di Confcommercio e di CGIL CISL UIL si legge che è previsto un aumento di 240 euro al IV livello full time da riparametrare agli altri livelli e ai part time: ma come? Premesso che in questo calcolo hanno ricompreso anche i 30 euro già inglobati nella retribuzione da aprile 2023, di fatto si parla di 210 euro lordi spalmati in 3 anni, di cui si vedrà una prima tranche di 70 euro lordi da aprile 2024, e progressive tranches fino a marzo 2027. Persino l'una tantum risarcitoria della vacanza contrattuale di 350 euro lordi sarà spalmata in due tranches di cui una a luglio 2024 e l'altra a luglio 2025.
  • E la flessibilità? Anziché ridurla l'hanno potenziata innalzando di sole 35 euro lordi l'anno l'indennità prevista per le clausole elastiche che passa da 120 euro l'anno a 155.
  • Ma desta profondi dubbi anche l'impianto della classificazione del personale e le nuove declaratorie, che alludono non tanto al riconoscimento di livelli superiori ma ad un abbassamento in virtù delle aumentate mansioni promiscue e non prevalenti.
  • Per quanto riguarda invece la promessa di maggiori tutele per la genitorialità e maggiore attenzione alle tematiche di genere e al contrasto alla violenza sulle donne, prendiamo atto del recepimento delle direttive europee, ma non possiamo non sottolineare che ad oggi il settore Commercio è il settore con il tasso più alto di dimissioni volontarie delle donne che non riescono a conciliare il lavoro con le attività di cura e accudimento. Le stesse lavoratrici che si aspettavano norme più chiare e stringenti a loro tutela, ancora una volta insoddisfatte.
  • Infine dobbiamo sottolineare che l'ipotesi di accordo contiene anche altri elementi di forte preoccupazione: come ad esempio l'ulteriore investimento nella sanità integrativa, che depaupera e svilisce il sistema sanitario nazionale.

Come USB ci basterebbero questi dati per affermare, ancor prima della ratifica del CCNL, che questo rinnovo non soddisfa né i lavoratori né le mutate condizioni di lavoro e di vita.

Per queste ragioni non ci limiteremo all'analisi del contratto, ma anzi continueremo a portare avanti le nostre battaglie e rivendicazioni rappresentando le reali istanze dei lavoratori e delle lavoratrici.

USB Commercio