Crisi Unicoop Tirreno, tutto il sistema cooperativo deve intervenire

L’Usb oggi in audizione alla Regione, ha esortato tutto il sistema cooperativo ad intervenire in merito alla cessione degli otto punti vendita nel sud del Lazio

Roma -

Oggi, l’Usb ha partecipato all’audizione in IX commissione alla Regione e ha ribadito la necessità, sostenuta anche dal Ministero dello Sviluppo Economico e dall’assessore al lavoro di Bernardino, di intraprendere un percorso condiviso.

Tutto il mondo cooperativo deve intervenire per decidere, di concerto con i lavoratori, la strategia industriale migliore che conduca, non solo al risanamento di Unicoop Tirreno, ma sopratutto alla tutela di tutti i dipendenti.

Attualmente, però, Unicoop Tirreno sembra non voler retrocedere sulla cessione degli otto punti vendita nel sud del Lazio, con la conseguente incertezza salariale e occupazionale per 270 lavoratori.

Le recenti dichiarazioni dei vertici Unicoop riguardo la mancanza di proposte, o presunti veti, da parte sindacale non corrispondono al vero.

L’Usb, infatti, incalza da mesi tutto il sistema cooperativo ad intervenire e sedersi al tavolo con i lavoratori per trovare soluzioni condivise. Sistema che ha un peso enorme nel Lazio, su 120 negozi presenti insistono cinque cooperative, che a loro volta hanno creato aziende ad hoc (Coop Amiatina, Coop centro Italia, Distribuzione Centro Sud, Distribuzione Roma, Negozi doc, Unicoop Tirreno, Coop Alleanza 3,0 e Unicoop Firenze).

Solo un anno fa, quello che oggi sembra un coinvolgimento così difficile è avvenuto senza problemi. Tutte le cooperative sono intervenute con un prestito di 170 milioni, che ha permesso ad Unicoop Tirreno di ottemperare alle direttive della Banca d’Italia. In seguito a questo, è stato possibile attivare un accordo triennale con le organizzazioni sindacali e l’accesso agli ammortizzatori sociali.

Unicoop Tirreno ha usufruito degli ammortizzatori e ha stabillizato la sua posizione finanziaria, grazie ai 170 milioni, ma sembra aver dimenticato la tutela dei lavoratori nel silenzio del restante sistema cooperativo.

Risulta ormai chiaro, come non sia più possibile affrontare la questione singolarmente ad uno specifico negozio. Il cambio dirigenziale e il piano di risanamento, presentato da Unicoop Tirreno, ha funzionato in Toscana, ma non nel Lazio. E’ necessario che Unicoop e l’intero sistema cooperativo ne prendano atto e cambino rotta. In particolar modo adesso che Conad, unico acquirente per i negozi del sud del Lazio, sembra aver rinunciato all’acquisizione. In proposito, il direttore generale di Unicoop Tirreno, Canova, ha letto una lettera di Pac 2000 Conad, durante l’audizione in Regione, in cui l’azienda ha dichiarato che, viste le tensioni, al momento, ha sospeso il proprio interesse nei confronti degli otto punti vendita.

Le cinque cooperative, che insistono nel Lazio e in tutta Italia, devono sedersi al tavolo di trattativa con sindacati e lavoratori per decidere insieme il futuro piano industriale sia regionale sia nazionale, nel rispetto di lavoratori e consumatori.

La cooperativa è nata come ideale economico e sociale capace di distinguersi dal mero consumismo per qualità ed etica. Pensare di risollevare le sorti della Coop con semplici criteri economici come rendita e profitto non è solo inutile, ma proprio dannoso.

Tutto il mondo cooperativo deve assumersi le proprie responsabilità.

L’Usb, in caso di mancate soluzioni condivise, costruirà con tutti i lavoratori Coop le risposte di lotta necessarie.





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