Coop: USB indice lo sciopero regionale, a rischio il futuro di tutto il Lazio

Roma -

 

Il Superstore della Coop nel centro commerciale “Tiburtino” di Guidonia è a rischio. Ancora più a rischio sono i suoi 40 dipendenti, e tutto il futuro occupazionale dei lavoratori Coop del Lazio.

 

Tutti sono stati lasciati all’oscuro dalle organizzazioni sindacali, completamente appiattite sulle decisioni della Coop, e se non fosse stato per l’USB  nessuno saprebbe che il destino del negozio di Guidonia e di altri negozi della catena commerciale sono a rischio.

 

 

Ma i lavoratori non ci stanno e appena avuto notizia di cosa sta per succedere sulla loro testa sono passati all’azione. Dopo le proteste di Guidonia e la lettera dei lavoratori giunta fin nelle stanze Vaticane, USB ha indetto una giornate di sciopero regionale per venerdì 4 luglio con manifestazione sotto l'Associazione Nazionale Cooperative di Consumo, in via Guattani, 9.

 

L’eventuale passaggio ad altro imprenditore privato, contro il quale ci batteremo con ogni mezzo, comporterebbe un verticale abbassamento dei diritti e delle condizioni salariali per i lavoratori Coop del Lazio nonché il rischio per i posti di lavoro.

 

Lo sciopero del fine settimana passato a Guidonia e il prossimo sciopero regionale sono solo l’inizio e le agitazioni proseguiranno fino ad avere la certezza che non ci sia alcuna vendita. Eccolo il futuro del mondo cooperativo proposto dai "capitani coraggiosi" a marchio coop, dare in franchising questo marchio, che dovrebbe garantire i principi e i valori che ispirano questa particolare forma d’impresa, ad aziende di capitale. Il tutto per scaricare il costo del lavoro senza rinunciare ai privilegi riservati alle imprese cooperative.

 

La scelta organizzativa del modello franchising apporterà benefici all’azienda in termini di profitto, ma quale sarà il prezzo che pagheranno i lavoratori? Che servizio si restituirà ai soci, spesso ignari e convinti di entrare in un punto vendita Coop in tutto e per tutto?

 

Il franchising, che assomiglia molto ad un “caporalato commerciale”, non servirà che per contrarre ulteriormente diritti e salario ai i lavoratori del franchising stesso, indebolendo la forza contrattuale dei già stremati e precarizzati “occupati storici” della Coop. Quello che ne conseguirà non potrà che essere un arretramento delle condizioni di tutti i lavoratori e un cattivo servizio offerto ai soci ed ai consumatori dei supermercati Coop “MODELLO MARCHIONNE”.

 

Ribadiamo che l’azienda dovrà fare piena chiarezza sui suoi progetti, coinvolgendo i lavoratori e il sindacato. La determinazione della lotta dice chiaramente che nessuna ristrutturazione può essere fatta a spese dei lavoratori.