La Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della piccola e media impresa (CNA) di Roma non paga le competenze contrattuali e si sceglie i sindacati

La CNA pensi invece a saldare le competenze dei lavoratori e a rispettare gli accordi

Roma -

Dopo aver riconosciuto i pieni diritti sindacali all'USB Lavoro Privato con un verbale di accordo siglato alla fine di gennaio, la CNA ha scoperto che l'USB è un sindacato vero, un sindacato che fa gli interessi dei lavoratori. E allora disconosce la propria firma ed il concetto di democrazia e lo fa mettendo in indirizzo Cgil, Cisl e Uil .

 

I lavoratori della CNA sono in lotta contro la disdetta unilaterale da parte della CNA del Contratto Integrativo Aziendale nonché per la mancata retribuzione degli straordinari e dei Ticket mensa spettanti per il 2014 e per l’inadeguato inquadramento contrattuale di numerosi dipendenti. Questioni di non poco conto per una associazione di categoria che esprime come Direttore Lorenzo Tagliavanti, Vice Presidente della Camera di Commercio di Roma.

 

Questa decisione arriva subito dopo lo sciopero e la dura protesta della scorsa settimana, in concomitanza di un incontro al quale hanno partecipato il Vice Prefetto di Roma e il Direttore Tagliavanti. Insomma, i sindacati che esercitano il diritto di sciopero non sono graditi alla CNA. Alla faccia della democrazia e della Costituzione. E dire che alla fine di quella giornata l'amministatore Delegato Pioli aveva assicurato un incontro sancito da una stretta di mano con Francesco Iacovone dell'Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato.

 

Ma quello che ci lascia più allibiti è che per comunicare questa decisione antidemocratica, che porta come oggetto l'ossimoro ”diritti sindacali”, la CNA abbia messo in indirizzo anche Cgil, Cisl, Uil e non si è limitata a questo, ma ha aggiunto l'indirizzo del segretario generale confederale della Cgil di Roma e del Lazio, Claudio Di Berardino.

 

Insomma, secondo questa strana alleanza non serve rappresentare un terzo dei lavoratori comprese le posizioni organizzative. In continuità con l'accordo del 10 gennaio, il cosiddetto “Testo Unico” sulla rappresentanza, che di fatto vorrebbe sancire il formale e definitivo monopolio delle sigle sindacali stipulanti. In cambio si offrono alle associazioni datoriali i pochi diritti rimasti ai lavoratori. E le recenti firme dei CCNL del Commercio e dei Bancari sono lì a dimostrarlo.

 

L’ USB non si lascerà intimorire da questo scempio democratico e continuerà a sostenere le lotte per i diritti, il salario e per la democrazia ed il pluralismo sindacale in tutti i luoghi di lavoro.