Penny Market guadagna sul Covid schiacciando i lavoratori

La nota catena lowcost cerca di sanzionare una lavoratrice per quattro minuti

Nazionale -

In Italia è di nuovo crisi sanitaria, con contagi anche superiori alla prima ondata, scattano lockdown e chiudono le attività per tutelare lavoratori e utenti ed esporli il meno possibile al contagio, intanto la Grande distribuzione guadagna, ormai annoverata fra “le attività essenziali” come i servizi d’emergenza.

I grandi marchi del Commercio sgusciano fra le mancanze e le contraddizioni dei decreti governativi per aumentare il loro profitto, sfruttando ancor di più i lavoratori.

 

Penny Market, una delle più grandi catene del lowcost, rispetta così tanto i diritti da cercare di sanzionare una dipendente per quattro presunti minuti di anticipo sulla chiusura.

Succede nel punto vendita di Gravellona Toce, alle 20.26.

Data la mancanza di clienti, la lavoratrice chiude le porte esterne e inizia a pulire, con il fondo cassa ancora in postazione e aperto.

Dopo una giornata frenetica, con un incasso doppio rispetto al solito e una battuta al minuto di 34,75 articoli; l’azienda nelle vesti dell’ispettore di zona, la redarguisce e minaccia sanzioni e provvedimenti per i quattro minuti mancanti.

 

Respingiamo al mittente questa logica padronale che pensa di schiacciare i lavoratori con la minaccia di perdere il posto.

Usb, al fianco di tutti i lavoratori, non rimane in silenzio.

Contesteremo qualsiasi sanzione pretestuosa dovesse arrivare alla lavoratrice coinvolta mettendo in campo tutte le azioni necessarie contro l’arroganza padronale che pensa siano tutti sottoposti al proprio volere.

 

Usb Commercio